In quegl'anni, in cui val poco La mal pratica ragion Ebbi anch'io lo stesso foco Fui quel pazzo ch'or non son Che col tempo e coi perigli Donna flemma capitò E i capricci, ed i puntigli Della testa mi cavò Della testa mi cavò Presso un piccolo abituro Seco lei mi trasse un giorno E togliendo giù dal muro Del pacifico soggiorno Una pella di somaro Prendi disse, oh figlio caro! Oh figlio caro! Poi disparve, e mi lasciò Poi disparve, e mi lasciò Mentre ancor tacito Guardo quel dono Mentre ancor guardo quel dono Il ciel s'annuvola Rimbomba il tuono Mista alla grandine Scroscia la piova Scroscia la piova Ecco le membra Coprir mi giova Col manto d'asino che mi donò Col manto d'asino che mi donò Finisce il turbine Nè fo due passi Che fiera orribile Dianzi a me fassi Già, già mi tocca L'ingorda bocca Già di difendermi Speme non ho Speme non ho Speme non ho Ma il finto ignobile del mio vestito Tolse alla belva sì l'appetito Che disprezzandomi Che disprezzandomi Si rinselvò Si rinselvò Così conoscere Mi fè la sorte Ch'onte, pericoli, vergogna, e morte Col cuoio d'asino fuggir si può Ch'onte, pericoli, vergogna, e morte Col cuoio d'asino fuggir si può Col cuoio d'asino fuggir si può Col cuoio d'asino fuggir si può Fuggir si può Fuggir si può